sabot baldinini

Corsi e ricorsi del sabot

16 Novembre 2020

Siamo nel 1974 e Gimmi Baldinini è impegnato nella produzione di quello che diventerà da lì a breve uno dei modelli simbolo della sua storica collezione: il sabot, la scarpa dalla doppia anima, aperta sul tallone e dalla punta chiusa. Forse ancora non lo sa, ma questo sarà l’anno della svolta e del suo ingresso ufficiale nel mondo della moda.

Ogni singolo paio di sabot viene costruito a mano con l’estrema precisione e con la dedizione che solo un artigiano appassionato può dedicargli.

«Per ottenere quella qualità si lasciava in ammollo la pelle mezza giornata e poi si stendeva al sole per due giorni, per ammorbidirla e plasmarla meglio e poi cucire tutto a mano… Pelle conciata all’acqua, un pezzo da intenditori allora e forse ancora oggi..»

Gimmi Baldinini

La richiesta dei sabot diventa subito altissima e ben presto la produzione arriva a 500 paia al giorno. Un traguardo che può sembrare irraggiungibile per un’attività che si basa sulla lavorazione a mano delle calzature, ma è proprio grazie alla passione e alla cura nella manifattura che questo modello diventa una vera pietra miliare per Baldinini.

Una storia che si ripete

sabot baldinini anni novanta

Il richiamo alla tradizione ha sempre fatto parte della ricerca stilistica di Baldinini. In ogni collezione si avverte una spinta dalle origini che evolve verso direzioni nuove. Anche il sabot è stato più volte rivisitato nel corso dei decenni: dalle varianti dal design pulito degli anni Novanta alle laserate effetto pizzo del post Duemila, dalle versioni flat ai tacchi gioiello delle ultime stagioni.

I sabot sono calzature con origini antichissime, tipiche dei Paesi Bassi e dei Pirenei. Dalla primigenia realizzazione in legno, nelle diverse epoche hanno assunto stili differenti, vestendo le gentildonne della Francia del Settecento così come gli hippie sessantottini.

La loro identità come scarpa di tendenza è però dovuta alle intuizioni delle grandi firme della moda: a partire degli anni Novanta molti brand hanno esaltato i mules reinterpretandoli in chiave fashion.

Dall’iniziale natura di babbucce o zoccoli, i sabot sono diventati camaleonti di stile: in versione boudoir di raso, vestiti di stoffe etniche, flat o su tacchi altissimi per outfit sorprendenti sulle passerelle della moda contemporanea.

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