In cucina esistono preparazioni che sono in grado di raccontare e di custodire le più antiche tradizioni di un intero territorio e la piadina romagnola è una di queste.
La ricetta della piada ha origini molto lontane. Risale con molta probabilità al periodo etrusco la prima testimonianza dell’accostamento di farina grezza e cereali in un panetto di forma circolare. Nel corso dei secoli le attestazioni della piadina si sono susseguite come simbolo della cultura culinaria della Romagna, fino ad arrivare a noi come esempio eloquente dell’usanza del tramandare, che da sempre accompagna la tradizione gastronomica italiana.
La piadina è passata dall’essere sostituto del pane da accompagnare al formaggio in epoca romana a innalzarsi a gustosa e invitante variante nel dopoguerra, tanto da assumere negli anni Settanta una sua identità nelle alternative artigianali prodotte dai chioschi della riviera romagnola.
L’affermazione della notorietà della piadina romagnola artigianale
Conosciuta e diffusa su tutto il territorio nazionale, seppur la versione più fedele alla ricetta originale sia prerogativa della Romagna storica, la piadina romagnola è anche marchio IGP. L’Europa le ha consegnato questo prezioso riconoscimento in quanto specialità indiscutibile del Made in Italy e in particolare di una ricetta culinaria considerata storica per le province di Rimini, Ravenna e Forlì-Cesena.
Da preparazione contadina a protagonista dello street food locale, la piadina è senza dubbio uno dei simboli dell’eccellenza italiana nel mondo. Un esempio di come la ricchezza del nostro patrimonio risieda nelle antiche memorie e nella capacità di essere tramandata di generazione in generazione come testimonianza di cultura radicata.
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