David Bowie sigaretta

David Bowie: la rivoluzione estetica di un genio musicale

04 Gennaio 2021

Cambiare stile in maniera camaleontica è sempre stata una caratteristica distintiva di David Bowie. Poliedrico nelle sue produzioni musicali e dirompente nella scelta degli abiti, la sua stravaganza è stata un’inevitabile fonte di ispirazione per il mondo della moda per l’audacia delle sue trasformazioni.

Androgino e visionario

David Bowie inaugura la sua carriera da solista nel 1966 con “The Man Who Sold The World”. È il suo terzo album e la copertina descrive già a pieno il suo animo inarrestabile. Disteso su una chaise-longue ricoperta da un tessuto metallizzato, indossa un abito firmato Michael Fish. È questo il punto di partenza del suo percorso stilistico gender-fluid, in cui mascolinità e femminilità si fondono e si confondono fino a dare vita a un’indole androgina

D’ora in poi l’influenza del suo stile nel fashion cresce inevitabilmente, ispirando le collezioni femminili tanto quanto quelle maschili di designer di fama mondiale

“The Man Who Sold The World” David bowie
Album “The Man Who Sold The World”, David Bowie 1966

Sfilata Jean Paul Gaultier David Bowie 2013
Collezione Primavera Estate 2013 Jean Paul Gaultier, Fotografo GoRunway, Modella Franzi Mueller

Indimenticabile la Spring season del 2013 di Jean Paul Gaultier intitolata “Rock Stars”, in cui vengono presentati costumi asimmetrici dalle stampe stellate in pieno stile Bowie, a celebrare l’incessante impatto della sua stravaganza anche sulle passerelle attuali.

Gli alter ego da Ziggy Stardust al Duca bianco

L’immagine androgina che ha contraddistinto gli anni di The Man Who Sold The World è la prima di tante altre visioni in cui Bowie ci ha immerso nel corso degli anni.

 Il personaggio forse più iconico scelto dall’artista per accompagnarlo nelle sue performance è stato Ziggy Stardust. I costumi accattivanti, il richiamo all’extraterrestre, i capelli arancioni: tutto in questa figura, che si ispira ad Arancia Meccanica di Stanley Kubrick e ai costumi teatrali giapponesi, impersona uno straniero, un “diverso”, nello specifico un alieno che accompagna la Terra nei suoi ultimi anni di vita con un messaggio di pace.

© Photo by Sukita, Watch That Man IV, 1973

A metà degli anni Settanta, il registro stilistico di Bowie cambia radicalmente. Gli abiti sartoriali prendono il posto dei costumi scenografici e fa il suo ingresso in scena il Duca Bianco. Ispirato a Thomas Jerome Newton, personaggio da lui stesso interpretato nel film “L’uomo che cadde sulla Terra”, è alimentato dalla sua dipendenza dalle droghe e caratterizzato da un make-up appena accennato, capelli patinati all’indietro e completi eleganti. Una versione di David Bowie totalmente distante dalla precedente, che però viene subito amata da designer del calibro di Hedi Slimane direttore creativo prima di Dior Homme, poi di Yves Saint Laurent.

Aladdin Sane, il re dei Goblin, il profeta cieco: diversi sono i personaggi che David Bowie interpreterà nel corso della sua carriera per rappresentare e definire sé stesso in ogni periodo storico.

La particolarità del suo stile non risiede nell’avere un look specifico che lo rispecchia in maniera inevitabile. La sua piena espressione deriva piuttosto da diversi volti, figure svariate con storie lontane tra loro che lo rendono più che un’icona di stile, un simbolo di creatività, oltre che il ritratto delle continue metamorfosi della moda.

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