Esiste un legame tra il guardaroba dei grandi scrittori del passato e le loro opere letterarie? Certamente sì per Terry Newman, che nel suo libro “Legendary Authors and the Clothes They Wore” racconta la profonda connessione tra lo stile di scrittori come Virginia Wolf e Oscar Wilde e la loro letteratura, proponendo una nuova interpretazione dei nostri autori preferiti.
“Leggere una collezione di moda può essere come leggere un libro: è una miniera d’oro di referenze, influenze, ricerca, creatività”
Terry Newman
Dandy nell’anima
Nell’Ottocento i dandies rappresentavano quell’élite aristocratica rimasta ancorata a una visione della società settecentesca divisa in classi sociali. Esprimevano il loro distacco da un approccio egualitario soprattutto con uno stile ostentato, quasi insolente, particolarmente visibile anche nel modo di vestire di alcuni scrittori.
Marcel Proust, per esempio, era solito indossare con esibizionismo accessori quali un’orchidea all’occhiello e candidi guanti bianchi alle mani, mentre Oscar Wilde, racconta Terry Newman, possedeva un guardaroba stracolmo di sontuosi soprabiti in velluto e cappelli a tesa larga, fonte di ispirazione per gli stilisti attuali, come nella capsule collection 2020 di JW Anderson.
Impossibile non citare anche Gabriele d’Annunzio, vero e proprio cultore dell’estetica. Si racconta che nel suo armadio fossero custodite 365 vestaglie da notte, una per ogni giorno dell’anno, insieme a innumerevoli calzature e capi d’abbigliamento intimo.
I look androgini delle scrittrici del passato
A esprimere la loro personalità e il loro stile attraverso look moderni e irriverenti sono state invece alcune scrittrici, che hanno avuto la capacità di oltrepassare la marcata linea tra moda maschile e femminile. Ne sono degli esempi Djuna Barnes, che amava mostrare l’indole progressista non solo nelle sue opere, ma anche indossando giacche e camicie abbinate alle sue iconiche sciarpe a pois, così come la scrittrice francese Colette, il cui stile si caratterizzava per gli eclettici travestimenti, che spesso includevano eleganti completi da uomo.
Un’altra icona letteraria – oltre che fashion – degna di nota è George Sand. In pieno Ottocento utilizzava come strumento di indipendenza e di libertà il suo pseudonimo e i suoi scritti, ma anche un anticonformista vestire con abiti da ragazzo.
Fashion influencer ante litteram
Virginia Woolf è senza dubbio una delle più grandi scrittrici del Novecento, oltre che una delle protagoniste della letteratura più amate dalla moda per il suo stile geek chic, portato in passerella tra gli altri da Burberry, Fendi e Miuccia Prada. Mostrava la sua personale ribellione al perbenismo che incombeva nella sua epoca con inconsueti accostamenti che le permettevano di esibire con spontaneità la sua naturalezza e il suo desiderio di libertà, con anche solo un grembiule da giardinaggio sotto una stola in seta.
Sono gli abiti a portare noi e non noi a portare gli abiti
Virginia Woolf
Ad esprimere completamente la propria personalità con un look allo stesso tempo classico ed eccentrico era invece Mark Twain. Il suo segno distintivo, soprattutto dopo la scomparsa moglie Olivia, erano i completi di lino in tre pezzi, rigorosamente total white che indossava durante le conferenze.
L’ultimo “influencer letterario” da citare per il suo impatto sulla moda moderna è Arthur Rimbaud, poeta “maledetto”. Con un paio di pantaloni strappati e una giacca consunta è stato un vero e proprio precursore dello stile punk, ispirando con i suoi abiti e con le sue poesie numerosi stilisti.
La mia bohème
Me ne andavo, i pugni nelle tasche sfondate;
E anche il mio cappotto diventava ideale;
Andavo sotto il cielo, Musa! ed ero il tuo fedele servitore;
Oh! quanti amori splendidi ho sognato!
I miei unici pantaloni avevano un largo squarcio.
Pollicino sognante, nella mia corsa sgranavo
Rime. La mia locanda era sull’Orsa Maggiore.
– Nel cielo le mie stelle dolcemente frusciavano
Le ascoltavo, seduto sul ciglio delle strade
In quelle belle sere di settembre in cui sentivo gocce
Di rugiada sulla fronte, come un vino di vigore;
Dove, rimando in mezzo a fantastiche ombre,
Tiravo, come fossero delle lire, le stringhe
Delle mie scarpe ferite, un piede vicino al cuore!
Arthur Rimbaud